Risparmio energetico: criteri più severi per i serramenti in Lombardia 

Gennaio 2017 – La Lombardia ha aggiornato le disposizioni sull’efficienza e la certificazione energetica degli edifici, con l’obiettivo di fornire un “Testo Unico” che racchiuda l’intera disciplina valida sul territorio regionale.

 Infatti, è stato approvato il Decreto Regionale 176/2017 che sostituisce e aggiorna le disposizioni approvate con i decreti 6480/2015 e 224/2016.

La norma prevede coefficienti di trasmittanza termica più severi per i serramenti, sia per le riqualificazioni energetiche degli edifici che per le nuove costruzioni.
 Infatti, in caso di nuove costruzioni bisognerà installare serramenti con un valore di 1.40 W/m2K per la zona climatica E e per la zona F a 1.10 W/m2K. 

In caso riqualificazione energetica bisognerà installare serramenti con un valore di 1.40 W/m2K per la zona climatica E e per la zona F a 1.00 W/m2K.

Invece lo standard qualitativo nazionale a cui generalmente si fa riferimento è quello necessario affinché i committenti possano ottenere la detrazione fiscale riconosciuta per gli interventi di miglioramento dell’efficienza energetica, pari a U (W/m2K) 1,8 per la zona climatica E e di U (W/m2K) 1,6 per la zona climatica F.

Risparmio energetico e detrazione fiscale

È da alcuni anni ormai che lo stato restituisce una certa percentuale dei soldi spesi, sia per la riqualificazione energetica degli immobili che per la ristrutturazione degli stessi. Perché? I motivi sono molteplici e spaziano tra le tematiche ambientali, il recupero del patrimonio edilizio, il risparmio energetico finanche alla lotta all’evasione fiscale. Vediamoli un po’ più  nel dettaglio:

  • il meccanismo della detrazione fiscale presuppone che chi ne usufruisca abbia un reddito dichiarato. Senza capienza IRPEF non è possibile detrarre. Inoltre tutti i pagamenti devono essere eseguiti tramite bonifico bancario. Questo sistema offre maggiori garanzie anche per i consumatori dal momento che non solo i pagamenti sono tracciati ma, sussistendo l’obbligo di fatturazione (questo sarebbe indipendente dalla detrazione….), le aziende sono obbligate a mantenere una marginalità commerciale equa (sempre che abbiano come obiettivo quello di stare in piedi nel tempo). Questo significa che a fronte di prezzi bassi si avrà sempre materiale di bassa qualità.
  •  Il risparmio energetico è un altro dei fattori alla base della detrazione fiscale. Nell’articolo precedente abbiamo visto quante tonnellate di monossido di carbonio generiamo ogni anno per riscaldare casa. Senza contare che anche il raffrescamento fa la sua parte per quanto riguarda inquinamento e bollette alte. Al di là del mero aspetto economico c’è quello molto più importante relativo all’ambiente e all’impatto che può avere l’inquinamento su di esso. Purtroppo gli effetti negativi non sono immediati, altrimenti correremmo velocemente ai ripari, così come le campagne di sensibilizzazione in tal senso vengono spesso ignorate. Uno degli obiettivi delle detrazioni fiscali è quello di sensibilizzare le persone toccandole in uno dei punti più sensibili: l’economia domestica. D’altronde lo dicevano anche i nostri nonni, il risparmio è guadagno. E allora perché continuare a far fuoriuscire soldi dalle finestre? Oltre al risparmio in bolletta, lo stato restituisce il 65% di quanto effettivamente pagato in fattura. Proprio per tali motivi questo è un acquisto che si ripaga interamente da solo.

Primo articolo del blog…… a proposito di serramenti termici.

Buongiorno, per il mio primo articolo ho scelto un tema molto sentito in ogni casa: il risparmio energetico.

Alcuni studi hanno dimostrato che a causa di serramenti inefficienti la casa può disperdere fino al 40%. Questo significa che se mediamente si spendono 1200 euro per riscaldare casa, con dei serramenti più efficienti se ne potrebbero risparmiare quasi 500. Le conseguenze di questa dispersione non sono solo economiche ma soprattutto ambientali. Ogni anno vengono emesse in Italia 3.587.719 tonnellate di monossido di carbonio (CO) di cui il 15% è la quota di CO prodotta dal riscaldamento e dalla produzione di calore (fonte Legambiente).

La sostituzione dei serramenti può risolvere brillantemente questa inefficienza anche se la scelta non è sempre facile.

Una delle prime cose da fare è fissare un budget di spesa. A questo proposito è necessario fare un po’ di chiarezza. Un conto è farsi un’idea basandosi sul sentito dire o su prezzi visti su internet un tanto al mq, un conto è interpellare un professionista in grado di trovare una soluzione specifica in base alle esigenze. In alcuni casi è meglio rimandare l’acquisto se non ce lo si può permettere piuttosto che farsi abbindolare dalla speranza di fare un grande affare con pochi soldi. Parliamo chiaramente: ogni azienda ha come oggetto lo scopo di lucro e, ammesso che l’imprenditore sia in grado di fare quattro conti, ogni preventivo ha una marginalità commerciale. Il prezzo dovrebbe essere composto da diverse voci quali ad esempio il costo delle materie prime, spese per marketing, l’incidenza di trasporto e posa, lo smaltimento dell’usato, le tasse, il guadagno effettivo dell’azienda ecc. Gli imprenditori più illuminati (in genere sono coloro che producono) riservano una parte del margine per ricerca e sviluppo. Accettare preventivi troppo bassi significa da un lato acquistare prodotti di scarsa qualità e per questo destinati a essere sostituiti nel breve termine, da un altro lato vuol dire (seppure in minima parte) mettere un tappo allo sviluppo anche economico delle imprese e delle persone che ci lavorano.